"Scusate mastro Nardo... non ne ho... sarà per un altra volta, se torniamo a vederci, eh?... se torniamo a vederci..." e si butto, col cuore gonfio di tutte quelle cose che si lasciava dietro le spalle, la viottola fangosa che aveva calpestato tante volte, il campanile perduto nella nebbia, i fichi d'India rigati nella pioggia che sfilavano di qua e di là della lettiga. ( Mastro Don Gesualdo, 1889 )